Cuori pensanti: intervista all’autrice Laura Boella

Cuori pensanti: intervista all’autrice Laura Boella

Cuori pensanti: intervista all’autrice Laura Boella 1024 489 Massimo Trocchi
Poi dicono che stiamo in libreria per servire i clienti.

 

Vero: ma quante volte accade anche il contrario!

E’ proprio grazie ai clienti che, devo candidamente ammettere, ho preso tra le mani e letto con ingordigia il volume “Cuori pensanti – 5 brevi lezioni di filosofia per tempi difficili”, di Laura Boella (Chiarelettere, 2020).

Avevo fatto arrivare il libro in libreria incuriosito dall’argomento, e dall’importanza della Sua Autrice.

Il formato non gigantesco del volume, quei “tempi difficili” citati nel sottotitolo, e la fedele clientela interessata ai testi di filosofia mi hanno poi spinto a disporlo vicino alla cassa, da sempre “punto strategico” per la vendita di qualsiasi oggetto.

E i libri non sfuggono a questa legge del marketing.

Accade poi che il libro…si vende: 1, 2, 5, 10 copie… Era, ed è, tutto un rifornire il bancone con il titolo in questione.

Non da ultimo, sempre grazie al bancone, un affezionato cliente che abitualmente fa acquisti inerenti altri argomenti nota il volume ed esclama: “conosco l’Autrice!”.

Un breve scambio di parole e di email… ed eccoci a dialogare con Laura Boella, lunga e preziosissima carriera alla Statale di Milano come docente di filosofia morale.


TROCCHI: Ben trovata, Professoressa!

Grazie innanzitutto per avere accettato il nostro invito.

Ho brevemente accennato al come e al perchè sia nata la curiosità di voler approfondire con Lei i contenuti del suo ultimo libro.

Ora che l’ho letto, la curiosità si è trasformata in gratitudine.

Il libro, recentemente edito da Chiarelettere, in realtà non può essere definito come una classica “novità editoriale”.

Ci racconta brevemente la genesi del suo lavoro, e l’intuizione di proporlo nuovamente al pubblico, debitamente rivisto e rielaborato? E quel sottotitolo “5 brevi lezioni di filosofia per tempi difficili” è stato ispirato dalla fase pandemica o era già presente nella prima edizione del volume?

BOELLA: Non avrei mai pensato a una nuova edizione di Cuori pensanti, vent’anni dopo.

L’idea è stata di Maurizio Donati, editor di Chiarelettere, che già’ mi aveva chiesto di introdurre una nuova edizione del saggio di Hannah Arendt sulla disobbedienza civile (2017) e di quello di Max Scheler sul risentimento (2019).

Il libro era nato da una serie di incontri che avevo tenuto ad Asola (Mn) nel 1998 su iniziativa della sindaca di allora che voleva far “uscire di casa” i suoi concittadini la sera.

Era il tempo della scoperta del pensiero femminile e insieme della politica libera e creativa dei sindaci appena eletti con le nuove regole.

Negli stessi anni i miei corsi all’Università’ erano dedicati alle pensatrici ed ero fresca di letture, commenti, seminari.

Un’atmosfera che, solo a pensarci, mi conferma nella convinzione che “parlare” in pubblico, si tratti di studenti o di persone che dopo una giornata di lavoro vogliono ascoltare qualcosa che non c’entra nulla con la loro routine professionale, è un atto politico, un modo di stare insieme.

Proprio quello che cerchiamo faticosamente di riconquistare dopo l’emergenza sanitaria e che, aggiungo, diventerà’ sempre più importante dopo che la fame di contatto, di movida e di intrattenimento estivo, si sarà’ placata.

Rileggendo il testo, mi sono accorta che per fortuna presentando le pensatrici mi ero concentrata su alcuni brani dei loro scritti, molto belli e poco “filosofici” in senso accademico.

Ho così potuto evitare di fare i conti con l’immensa bibliografia cresciuta nel frattempo e far “parlare” direttamente le pensatrici.

Certo, vent’anni sono passati anche per me, ma questo mi ha resa ancora più libera nel riscrivere alcune parti e dare spazio a ciò che mi piaceva di più.

Il sottotitolo, suggerito sempre da Maurizio Donati, mostra che l’editore ha creduto nell’attualità’ dei miei “cuori pensanti”.

Edith Stein, Etty Hillesum, Hannah Arendt, Maria Zambrano, Simone Weil, …

TROCCHI: … cinque autrici e capisaldi del pensiero del secolo scorso che, ci avverte fin dalla prima pagina della nota introduttiva al volume, sono state celebrate “(…) da un’immensa bibliografia, biografie romanzate, video, film, pièces teatrali e opere musicali (…)”.

Eppure…. ho la sensazione che, soprattutto in ambito accademico, non godano dello stesso spazio e attenzione riservati ad altri colleghi del ‘900 europeo.

Forse, chissà, anche per quel loro tratto caratteristico e unificatore di voler rifuggire ad essere etichettate come “filosofe” tout court….

Lei che invece ha dedicato loro numerosi corsi e seminari…si sente di correggere questa mia sensazione?

BOELLA: Oggi le filosofe, le scrittrici e poete, le scienziate, le astronaute, le giornaliste, le fotografe, le pittrici ecc. sono al centro dell’attenzione editoriale e mediatica.

Tutto, nel bene e nel male, diventa mercato, business o semplicemente moda culturale.

C’è però una “politica della scoperta” delle figure femminili un po’ ingenua, accompagnata dallo stupore: “la prima donna…”, l’autrice “dimenticata”, rimasta ai margini, l’”irregolare”, la poetessa morta giovane e infelice in amore, la grande cantante morta di crepacuore perché aveva perso la voce.

Questo inno all’”eccellenza” femminile sembra che debba risarcire le donne dei loro patimenti e non celebrare la loro intelligenza, fa delle donne geniali delle figure straordinarie, lontane però dalla vita comune.

Io tengo moltissimo invece alla loro forza intellettuale, al loro coraggio infinitamente superiore a quello dei loro maestri grandi filosofi, al loro fascino e alla loro bellezza.

Esse hanno avuto una vita tormentata in molti modi, ma hanno saputo anche ridere, hanno coltivato amicizie, hanno amato e studiato.

Non bisogna farne delle icone della sofferenza dovuta all’oppressione del mondo maschile.

Nonostante il successo che circonda le pensatrici protagoniste del mio libro, alcuni luoghi comuni sono duri a morire.

Faccio l’esempio di Hannah Arendt: ancora oggi molti si chiedono se sia stata “grande” come Heidegger o Husserl.

Su Simone Weil circolano leggende relative al suo aspetto fisico, al suo misticismo, di Maria Zambrano si dice che la sua “ragione poetica” fosse uno sconfinamento letterario, di Edith Stein si parla come di una santa monaca che scriveva cose noiose e difficili.

Ovviamente non si tratta di un campionato e le pensatrici da questo punto di vista sono “fuori gara”, avendo vissuto una vita non certo al riparo dell’accademia o di una biblioteca.

Ma quanta libertà’ e coraggio ci insegnano nel momento in cui notiamo che hanno scritto e pensato nelle condizioni più avverse?

TROCCHI: Abbiamo fatto cenno al sottotitolo. Il titolo, Cuori pensanti, è una citazione tratta dai diari di Etty Hillesum.

Ci contestualizzi brevemente la pregnante citazione: cosa la spinse, all’epoca, a sceglierla come titolo del libro?

BOELLA: Il primo capitolo, scritto ex novo per la nuova edizione, è un doveroso omaggio alla straordinaria figura di Etty Hillesum alla quale devo, fin dall’inizio, il titolo del libro.

Etty Hillesum non era una filosofa, ma voleva diventare scrittrice.

Essendo morta a 29 anni ad Auschwitz, ha lasciato solo un diario e delle lettere.

Scelse volontariamente di lavorare per il Consiglio Ebraico nel campo di transito di Westerbork e lì restò pur potendo forse salvarsi.

Nel corso di due anni circa, leggendo, scrivendo, aiutando in mille modi chi le stava vicino…

volle essere
"il cuore pensante
della baracca".

Cosa significa questa espressione?

Hillesum era una giovane donna dotata di un grande umorismo e di un forte spirito di osservazione e si rese presto conto che le condizioni del lager annientavano l’umanità’ innanzitutto nella forma dell’impossibilità’ di sentire (provare emozioni, tranne la paura) e di pensare.

Decise quindi di sentire e di pensare anche per gli altri, prendendo su di sé gli affanni e il dolore, cercando di mantenere viva una scintilla di umanità’ in una situazione disumana, pensando al futuro e non solo al terribile presente, arrivando fino al punto di preservare la presenza di Dio nel cuore delle persone tanto crudelmente colpite dalla ferocia umana.

L’espressione “cuore pensante” parla di questo miracolo, che è peraltro alla portata di tutti, il miracolo di allargare la propria mente e il proprio cuore al destino di quelli che non riescono più a sperare in niente e di quelli che verranno dopo e si chiederanno il perché  di tanta atrocità’.

TROCCHI: Numerose sono le tracce e le linee di pensiero che, nelle inevitabili diversità, si possono rintracciare lungo i cinque ritratti da Lei delineati.

Arbitrariamente ne scelgo uno: il valore personale e “conoscitivo” dell’esperienza, ” (…) esperienza vissuta, materia e fonte originaria dell’agire e del pensare (…) ” (Pag. 104). Ci aiuta a capire meglio?

BOELLA: Vita e pensiero non s’intrecciano nelle figure alle quali è dedicato il libro solo per il fatto che sono vissute in “tempi bui”.

L’originalità’ del loro pensiero (che, ripeto, mette fuori gioco qualsiasi competition con i filosofi uomini) deriva dall’importanza data alla realtà’, a ciò che accade, a partire dalla propria esperienza personale.

Spirito di osservazione, occhi ben aperti e orecchie spalancate per vedere e ascoltare cosa succede nel mondo vicino e lontano, rifiuto di travestire i fatti con idee o ideologie costruite ad hoc, rifiuto anche dei facili e retorici sentimentalismi, dei “paroloni” come li chiamava Etty Hillesum.

L’importanza della realtà’ concretamente vissuta si è tradotta in amore per il mondo…

per le cose
che esistono
senza un perché...

… anche nelle circostanze più atroci, come scrivo nell’ultimo capitolo.

La loro grande onestà’ intellettuale si presta a molte riflessioni legate all’atmosfera pre- e post-COVID, dominata da una povertà’ di pensiero e di linguaggio disperante, dalle chiacchere narcisistiche di chi non ha niente da dire.

TROCCHI: Me lo conceda, Professoressa, i titoli li ha azzeccati proprio tutti!

bellissimi sono quelli scelti per gli ultimi due capitoli: “passione della storia” e “amore del mondo”.

Dopo i primi cinque dedicati alle singole Autrici, si chiude il testo volendo – tra mille altri spunti –  fortemente sgomberare il campo da facili e fuorvianti equivoci.

Nessun elogio “sentimentalistico” delle passioni, del cuore e della vita interiore, magari da opporsi alle “ragioni della ragione” da parte delle nostre cinque protagoniste.

Quel che c’è in gioco, forse, è invece un insolito e nuovo modo di intendere la ragione, e il nostro rapporto conoscitivo della realtà….

BOELLA: Più leggo e rileggo gli scritti delle pensatrici, più mi rendo conto che sia impossibile imbalsamarle o farne delle icone.

Esse ci danno le parole per pensare cose difficili e aprono strade, una diversa dall’altra, per capire il mondo che ci circonda, così diverso da quello in cui loro hanno vissuto, ma altrettanto imprevedibile.

Grazie, Professoressa!

Non rimane che immergersi nella lettura del suo testo!

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CUORI PENSANTI – 5 BREVI LEZIONI DI FILOSOFIA PER TEMPI DIFFICILI
di Laura Boella

Massimo Trocchi

Approda a Pisa nel 1994 per gli studi universitari e si laurea in lettere classiche. Apprende per qualche anno il mestiere di libraio a Firenze, e nel 2004 torna a Pisa per rilevare la Libreria Pellegrini...

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