E’ il primo gennaio 2021.
Devo dire grazie all’amico e collaboratore di questo blog, Renato Tamburrini, per aver anticipato i tempi di lettura dell’ultimo libro di Antonio Polito, “Le regole del cammino. In viaggio verso il tempo che ci attende” appena uscito per i tipi di Marsilio editore.
“Renato, vedo dai social che stai leggendo Polito… procedo?”.
“Procedi, interessante e denso di prospettive”.
Del resto, un amante dell’antica Italia appenninica come Renato non poteva che apprezzare una simile lettura.
E così, il libro mi ha tenuto compagnia in queste serate natalizie dai colori cangianti e restrizioni a fisarmonica.
Avevo già potuto apprezzare la densa, arguta e ironica penna del giornalista campano leggendo il suo penultimo volume “prove tecniche di resurrezione” sempre edito da Marsilio.
Polito si conferma scrittore capace di tenere compagnia al lettore, coinvolgendolo e mantenendolo continuamente desto. Si cammina letteralmente con lui, di pagina in pagina.
Ed è un (il) cammino quello che dà il titolo al libro, e che fa da costante sfondo alla narrazione.
Un percorso compiuto dall’Autore nel giugno scorso assieme ad altri 3 compagni di ventura (due uomini e una donna), lungo il cammino di San Benedetto, che va da Norcia a Montecassino, itinerario certamente meno battuto e conosciuto rispetto ad altre più famose vie di pellegrinaggio, ma non meno ricco di storia e fascino.
Polito alterna lungo il volume appunti e scorci del proprio itinerario a riflessioni di più ampio respiro, la maggior parte delle volte proprio generate dagli avvenimenti e fatti occorsi durante il percorso.
E così, tra abbazie, zaini (troppo) pesanti, piccoli comuni ed improbabili ricoveri dove ricevere ospitalità, si snoda il viaggio del nostro Autore.
“Ad avermi spinto fin qui è innanzitutto un bisogno fisico..”
confessa fin dalle prime pagine Polito.
“…l’impulso di camminare, di sentirmi vivo per mettere fine alla paura che tutti abbiamo provato, di celebrare la vita in mezzo a tanta morte. Quale modo migliore che calcare la terra, per ricominciare?”.
Ricominciare. E’ un verbo chiave, un energico nucleo propulsore dell’intera narrazione.
Vengono a mente i celebri versi di Pavese “l’unica gioia al mondo è cominciare. E’ bello vivere, perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante”.
Nonostante la metafora della vita come cammino sia assai antica – e a volte un po’ abusata – è sempre bene ritrovarcela tra le mani.
Soprattutto quando chi la propone non la usa come mero espediente narrativo.
Ciò che maggiormente colpisce di questo volume, almeno in chi scrive, è l’esplicita necessità dell’Autore di fare i conti con sé stesso.
Se si vuole seriamente proporre giudizi, fornire interpretazioni sui fatti del presente e del passato, che evidentemente anche in questo volume non mancano, è bene farlo a partire da sé, non appena dal proprio punto di vista.
Perché la coincidenza tra “me stesso” e il “mio punto di vista” risulta spesso essere superficiale, fenomenica, fragile. e avolte non veritiera. Quando accade, è come per miracolo, o per lo meno frutto di un lungo lavoro su sè stessi.
Partire da sé stessi: quel che si vuole, si attende, si ricerca oggi.
Fare i conti con il proprio passato, prima ancora che difenderlo per partito preso.
Desiderare di farsi mettere sinceramente in discussione da quello che accade, fosse anche, a volte, solo per tornare più certi là da dove si è partiti.
Non sono caratteristiche che si riscontrano spesso nei cosiddetti opinionisti, scrittori, e intellettuali dei giorni nostri.
Nel libro di Antonio Polito, un passo dopo l’altro, e pagina dopo pagina, tutto questo avviene con inconsueta e granitica semplicità.
Voglio fermarmi qui, cosciente di avere detto poco e nulla degli argomenti trattati nel libro.
Siate voi a leggere. Fatevi le stesse domande che apre l’Autore, fatevi scuotere con lui, misuratevi con gli itinerari di risposte che propone o semplicemente auspica.
Anzi no.
Il cammino – Avere una meta – Uscire di casa – Essere frugali – Trovare una guida – Tornare al paese – Con l’aiuto di Dio – Le donne in campo – Diventare leggeri – Prendersi cura – In cammino.
E’ il menu (tecnicamente chiamato indice) del libro.
A me è venuta fame, scorrendolo.
Buon appetito a tutti.
Grazie Antonio Polito, sconosciuto, eppure prossimo compagno di cammino.
Buon anno a te, buon cammino a tutti.
il cammino dell'umanità...
siamo caduti molte volte
e (quasi) sempre
ci siamo rimessi in piedi.
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