Per presentare il volume che provo a recensire oggi
partirò dalla lettura di un altro libro che ha letteralmente minato ogni mia certezza sul reale e sulla realtà di ogni cosa che mi circonda.
Il volume in questione è Helgoland di Carlo Rovelli.
Carlo Rovelli, come tutti sappiamo, è un fisico, uno dei più importanti fisici italiani ed è anche un bravissimo divulgatore.
In Helgoland ci racconta come si è arrivati alla fisica quantistica e prova a spiegare – riuscendoci – una disciplina così complessa anche a chi come me ha dimestichezza solo con l’educazione fisica. E’ un libro denso, gustoso e ne consiglio caldamente la lettura.
Dunque, leggendo Helgoland mi sono imbattuto in Aleksandr Bogdanov.
Chi è costui?
Aleksandr Bogdanov, fra mille altre cose, è uno dei fondatori del bolscevismo insieme a Lenin, il primo traduttore in russo de Il Capitale di K. Marx e il fondatore della prima Università rivoluzionaria della storia, conosciuta anche come Scuola di Capri, essendo stata fondata proprio a Capri nel 1909.
Bogdanov da alle stampe, nel 1908, un romanzo intitolato Stella Rossa.
Stella Rossa è un romanzo fantascientifico, è anche un romanzo utopico sull’esempio proprio di Utopia di Thomas More, e al contempo una critica al marxismo ortodosso di Lenin.
Per Bogdanov non ci sarà vittoria rivoluzionaria se prima non si edificherà una nuova cultura per i lavoratori, mentre per Lenin prima ci dovrà essere la rivoluzione e poi col tempo sorgerà una nuova cultura.
A causa di questo e altri dissidi, Bogdanov verrà poi espulso dal partito bolscevico.
Ma veniamo al romanzo…
socialista
perfettamente funzionante?
Si, esiste, solo che per trovarla il nostro protagonista Leonid dovrà arrivare fin su Marte!
Leonid ha partecipato alla sostanzialmente fallita rivoluzione russa del 1905 e , con altri compagni, sta cercando di riorganizzare le fila del movimento rivoluzionario.
E’ però preda della depressione, sente venir meno l’entusiasmo e l’abbandono da parte della fidanzata lo abbatte definitivamente.
Capita allora “a fagiuolo” il buon Menni, amico un po’ strano ma apprezzato da Leonid per il fervore e l’implacabile fede rivoluzionaria.
Menni invita Leonid a partecipare ad un viaggio su una nave volante di nuova concenzione…
Già a bordo Leonid scopre che Menni è nientemeno che un Marziano, e che si trova in viaggio verso Marte in qualità di osservatore della società poacifica, estremamente avanzata nella scienza e nella tecnica e soprattutto… socialista.
Non vi sto a raccontare quanto sia bella e giusta questa società in cui non esistono disoccupazione e povertà, in cui tutti lavorano poche ore alla settimana e dedicano il resto del tempo a scienza e cultura, in cui l’individuo è felice e appagato solo il quanto parte della società.
Un pianeta Marte in cui esiste un’unica lingua, un’unica moneta, un’unica organizzazione sociale, insomma, una società socialista che neppure il più bolscevico dei bolscevichi avrebbe potuto immaginare meglio.
Però…eh si, c’è un però…. La perfetta società socialista sta consumando le riserve naturali di Marte.
L’assenza di guerre, il generale benessere, la longevità acquisita dai marziani grazie al progresso medico e la crescita demografica stanno portando all’esaurimento delle materie prime del pianeta.
Mentre il nostro Leonid cerca di imparare il più possibile dai marziani per poi tornare sulla terra con un tesoro di conoscenze da condividere con i suoi simili, i marziani si trovano a votare due mozioni diverse per risolvere il problema della loro sopravvivenza.
Sterminare i terrestri e impadronirsi del loro pianeta o cercare di sfruttare le riserve naturali di Venere, pianeta ricco di materie prime ma tremendamente inospitale?
Che cosa decideranno i marziani non ve lo dico, mi preme però dirvi che c’è anche molto altro in Stella Rossa…
Leonid trova anche il tempo per innamorarsi, ricambiato, di una dolce dottoressa marziana e la loro storia vi accompagnerà fino all’ultima pagina.
Stella Rossa è un libro che ho letto molto volentieri.
È quasi profetico per quanto riguarda le scoperte scientifiche che sono arrivate negli anni successivi alla sua pubblicazione.
E’ un libro che, per quanto riguarda le disuguaglianze sociali e la devastante forza reazionaria del capitale, è a mio avviso, quanto mai attuale.
A me ha dato da pensare, come ogni buon libro dovrebbe fare.
Ce la faremo a vivere in una società più giusta?
per far parte di una società
in cui l’individualismo
non sia la cifra
del nostro vivere?
Arriveremo mai a capire che il benessere di tutti è assai più auspicabile del benessere di pochi?
E ancora…
Riusciremo a comprendere che il nostro pianeta è uno e uno solo e lo sfruttamento scellerato a cui lo sottoponiamo sarà la causa della fine della nostra specie?
Il caro Bogdanov, inviso a Lenin, ma simpatico a me, vi farà riflettere su molti aspetti delle nostre vite… e se invece non lo farà, vi avrà comunque fatto passare qualche ora piacevole in sua compagnia.
Come sempre, dovreste accompagnare la lettura ad altri piaceri imprescindibili all’uomo proteso verso il sol dell’avvenire!
Cosa ci beviamo con questo “Stella Rossa”? Mi pare chiarissimo, un Vodka Martini!
Io consiglio l’ottima “Russian standard Vodka”, prodotto a San Pietroburgo secondo la ricetta del 1894 di Dmitrij Mendeleev (inventore anche della certamente meno importante per noi tavola periodica degli elementi…).
E che altro ascoltare se non il Coro dell’Armata Rossa?
Buona lettura, buona bevuta e buon ascolto.
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