In questi giorni…
mi chiamano molte scuole per incontrare i ragazzi nell’ambito della Giornata della Memoria che cade proprio oggi, 27 gennaio.
Io non sono un esperto di storia, tantomeno uno storico della Shoah.
È vero però che ho scritto un libro sul tema della Shoah ‘L’uomo del treno’ e un altro su un tema collegato, gli Ausmerzen. Erano le persone che avevano disabilità e che per questo venivano uccisi in nome del fatto che vivevano vite indegne di essere vissute (traduzione letterale del termine Ausmerzen).
L’attore Paolini ci ha scritto un monologo molto bello che vi consiglio.
Sono attratto da quel periodo storico, è evidente, e io stesso mi sono chiesto il perché.
Certo, contribuiscono i racconti sentiti dai miei genitori e dai nonni su quel periodo così drammatico.
Ognuno aveva il suo “tratto di memoria” della stessa tragedia: la fame, la paura dei bombardamenti, il soldato che fece sparare a mio padre ragazzino col suo mitra (sparò al mare per fortuna, non a qualcuno).
E di tutto quell’orrore la cosa più orrenda e ai miei occhi incredibile, la Shoah. Ne ho scritto perché non riesco a capacitarmi di come qualcuno abbia deciso che alcune persone non erano più…persone. Con la stessa semplicità con cui si decide di cambiare il colore di una parete.
Non mi capacito che un giorno in tutte le scuole d’Italia una bidella (magari quella simpatica, ce n’è sempre almeno una) sia entrata in classe e abbia dato all’insegnante in cattedra in quel momento una circolare del Ministero, simile a quelle che a decine mi è capitato di leggere nei miei trascorsi di insegnante: dal giorno dopo tutti gli ebrei non sarebbero più potuti entrare in quella scuola. Che bella circolare. Tutti: studenti, bidelli professori, impiegati di segreteria, presidi. Tutti, perché quei “tutti” non erano più persone.
Ne scrivo perché bisogna rinnovare questa memoria, non bastano i libri che ci sono già, non basteranno mai. Nemmeno i miei libri basteranno mai, e ogni romanzo che uscirà darà nuova linfa a questa memoria come a un corpo che solo così può restare vivo.
e ripete l'errore.
E' più forte di lui.
E se dimentica l’errore lo ripeterà prima o poi.
E ne scrivo anche perché mi piace ricordare che se molti si adeguarono a quell’assurdità tanti altri invece la combatterono.
Sorsero scuole private per ragazzi ebrei negli appartamenti, intere famiglie furono ospitate in casa di persone di buona volontà che le protessero salvando la vita di migliaia di persone.
Perché l’umanità non la ammazzi così facilmente, con una circolare del Ministero, con un manifesto della razza, carta straccia di menti asservite al potente di turno.
E già che ci sono vi dico che anche il mio prossimo libro tratta della Shoah. Uscirà a marzo per le edizioni Piemme e si intitola ‘Volevo solo dipingere i girasoli’.
Eh sì, quel periodo mi attira proprio a sé.
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