Studiare all’Università di Pisa ai tempi del Covid – Parte II

Studiare all’Università di Pisa ai tempi del Covid – Parte II

Studiare all’Università di Pisa ai tempi del Covid – Parte II 1024 489 Da voi, a noi, per tutti

Lo scorso 17 febbraio abbiamo pubblicato gli interessanti risultati di un questionario redatto e condotto da Niccolò Parenti, studente del corso di laurea in Discipline dello spettacolo e della comunicazione, e stagista presso la nostra libreria.

Hanno partecipato al questionario circa 400 studenti iscritti all’Università di Pisa, rispondendo a brevi quesiti circa l’impatto che il Covid ha avuto e sta avendo sul proprio percorso di studi.

L’indagine ora prosegue: pubblichiamo gli esiti di un’intervista a più voci guidata da Niccolò con 3 suoi colleghi universitari.

Massimo Trocchi

Cari colleghi, grazie per aver accettato di dialogare con noi.

Partiamo con una sollecitazione che tenga assieme gli esordi e la conclusione delle vostre carriere universitarie… Chiara, hai scelto il mio stesso percorso di studi, mentre tu, Tommaso hai optato per un corso di studi di carattere scientifico: la biologia. Perché avete scelto questi studi? Siete soddisfatti del percorso intrapreso?

 Tommaso: Sono sempre stato appassionato di scienze sin da quando ero piccolo, soprattutto circa quegli aspetti di carattere naturalistico. Quando arrivò il momento di scegliere un indirizzo universitario avevo le idee abbastanza chiare: avevo intenzione di iscrivermi ad una facoltà scientifica incentrata sulla biologia e la natura. Inizialmente considerai seriamente Medicina e diedi il test, ma non riuscii a superare la soglia del numero chiuso; avrei dovuto aspettare gli scorrimenti e in quel lasso di tempo capii che non era la mia strada. Mi iscrissi dunque a scienze biologiche soprattutto perché comprendeva una vasta gamma di approfondimenti e studi possibili.

Chiara: In realtà ho scelto questa facoltà come seconda scelta, perché inizialmente volevo andare a Psicologia, ma avendo fallito il test d’ingresso, ho virato sulla facoltà di Disco. Non mi sono assolutamente pentita di questa scelta, perché rispecchia pienamente il mio modo di essere, i corsi mi stanno piacendo molto così come gli insegnanti che mi stanno dando la preparazione adeguata per quello che voglio fare: la regista.

Sofia, tu invece hai da poco portato a termine il tuo percorso di studi. Com’è stato laurearsi in questo periodo?

Sofia: La laurea al tempo del COVID non è stata sicuramente come l’avevo sempre immaginata. Inizialmente è stato demoralizzante pensare che uno dei giorni più importanti della mia vita l’avrei passato chiusa in camera davanti a un computer senza poter neanche festeggiare. In realtà è stata una grande emozione, un senso di gratitudine, leggerezza e soddisfazione… tutto il resto è passato in secondo piano, facendomi scordare della situazione.

..E quali sono, Sofia, i consigli che daresti ad uno studente all’inizio della sua carriera universitaria?

Sofia: Quello che mi sento di consigliare a chi ha iniziato l’Università durante questo periodo è di avere ben chiara la motivazione della scelta e l’obbiettivo che si vuole raggiungere. Non è sicuramente facile seguire le lezioni online senza un contatto diretto con professori e compagni. In questo periodo è difficile rimanere costanti, è importante quindi trovare la forza dentro sè stessi, avere fiducia ed essere certi che possiamo farcela indipendentemente dal contesto che ci circonda.

Tommaso, quali sono i pro e i contro della carriera universitaria in Biologia? E tu, Chiara, pensi che un percorso di studi umanistico come quello che hai scelto possa aiutare al giorno d’oggi ad inserirsi realmente nel mondo del lavoro?

Tommaso: Quello che mi ha maggiormente “traumatizzato” dell’inizio percorso di biologia è stato il fatto che i corsi obbligatori e propedeutici coincidessero con le materie del liceo… ma in versione rinforzata  (matematica, fisica, chimica generale, chimica organica e chimica fisica). Questo in realtà fece sorgere in me dei timori: ma probabilmente non mi informai abbastanza prima. Fortunatamente al primo anno ci sono anche corsi più caratterizzanti come botanica e zoologia ma ricordo ancora come nei primi mesi pensavo  di cambiare indirizzo. Fortunatamente ho deciso di tenere duro e non cedetti: agli inizi del secondo semestre, e dopo aver dato i primi esami parziali, ero già più determinato a continuare.

Chiara: Occorre partire dal presupposto che il mio corso di laurea offre una preparazione di carattere più teorico che pratico. Si apprendono i fondamenti disciplinari e le caratteristiche peculiari del grande mondo dello spettacolo, che nella realtà odierna è sempre più saturo di contenuti, protagonisti o aspiranti tali. Per venire fuori devi  spiccare rispetto alla media. In Università acquisiamo una solida base di presupposti teorico-culturali, ma la spinta per trovare spazio nel mondo la devi generare tu stessa. Non imputerei pero’ grandi colpe al sistema universitario, quanto al sistema lavorativo vigente in Italia, soprattutto per quanto concerne il mondo delle arti e dello spettacolo.

Sofia, quali sono i tuo progetti post laurea?

Sofia: Adesso sto studiando per degli esami che mi daranno pieno accesso alla laurea magistrale in comunicazione d’impresa e politica delle risorse umane. Inoltre sto già seguendo le lezioni online in modo da avvantaggiarmi per quando potrò dare gli esami della facoltà. Voglio continuare a studiare e imparare per poter crescere e migliorarmi sempre.

Grazie, Sofia! Buon proseguimento di studi, dunque!

Chiudiamo questo nostro dialogo con Tommaso e Chiara. Avete entrambi partecipato al questionario da me proposto circa gli effetti della pandemia sullo studio universitario… come  avete affrontato e state vivendo questo difficile periodo?

Tommaso: Il Covid ha colpito proprio poco dopo che ci trasferirono in un nuovo polo didattico vicino alla stazione ferroviaria cittadina. Inizialmente fui estraniato e “incuriosito” allo stesso tempo da questa particolare situazione. Se devo essere onesto io non ho un’ottima capacità di mantenere l’attenzione e con la didattica a distanza iniziai a “patire” di più questo mio aspetto. Fortunatamente il fatto che le lezioni fossero registrate per intero mi permetteva di riprendere aspetti che potevo aver perso durante lo svolgimento in diretta…: un aspetto quasi più vantaggioso delle lezioni in presenza! Potrà risultare controverso però a me il lockdown dell’anno scorso non colpì più di tanto. Ho passato diversi periodi senza uscire di casa e ho vissuto questo periodo come una grossa pausa collettiva nella quale ho potuto ritrovare l’equilibrio su diverse cose. Anche il fatto di non dover più prendere il treno alle sette per essere in orario a Pisa per la lezione delle nove non mi diede troppo fastidio…. anzi… a me onestamente dispiace di più per le attività economiche costrette a chiudere: in quanto studente universitario non mi sono sentito colpito particolarmente, nè sto registrando particolari peggioramenti circa il mio percorsi di studi.

Chiara: Tommaso, per me non è stato così semplice! L’arrivo improvviso del Covid mi ha rovinato totalmente l’esperienza universitaria! Le nostre delle lezioni sono spesso di carattere interattivo, come le visioni di film e relativi approfondimenti di analisi e commento: abbiamo sofferto molto questa situazione. Le lezioni a distanza hanno reso tutto freddo e insipido! questa situazione da un certo punto di vista ha letteralmente rovinato tutto. La cosa che più mi manca è avere un rapporto diretto con i professori e i miei compagni, e poter vivere così tutte le dinamiche umane e relazionali che solo una lezione in classe può permettere.

Grazie cari Chiara, Sofia e Tommaso.

Grazie al dialogo con voi abbiamo potuto constatare come l’avvento della Pandemia abbia decisamente modificato i ritmi e i tenori della vita quotidiana anche degli studenti universitari. Sofia ha appena terminato il proprio ciclo triennale di studi, laureandosi in condizioni inaspettate e “avverse”: di fronte a un computer. Con Chiara e Tommaso, ancora nel pieno del proprio percorso di studi, abbiamo rilevato una importante differenza di approccio e reazione di fronte all’erogazione on line dei contenuti didattici. Un’esperienza che sicuramente lascerà il segno in tutte le componenti del mondo universitario, nell’attesa di primi segnali di ritorno alla normalità.

Seguirà nei prossimi giorni un breve scambio di idee con la Professoressa Veronica Neri, docente di etica della comunicazione pubblicitaria e dei media presso il Dip.to di  Civiltà e forme del sapere.

Intervista a cura di Niccolò Parenti

 

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