Lo scorso 17 febbraio abbiamo pubblicato gli interessanti risultati di un questionario redatto e condotto da Niccolò Parenti, studente del corso di laurea in Discipline dello spettacolo e della comunicazione, e stagista presso la nostra libreria.
Hanno partecipato al questionario circa 400 studenti iscritti all’Università di Pisa, molti dei quali afferenti ai corsi di laurea di area umanistica.
Niccolò ne ha ragionato assieme alla Prof.ssa Veronica Neri, docente di etica della comunicazione pubblicitaria e dei media presso il Dip.to di Civiltà e forme del sapere.
Pubblichiamo gli esiti del breve loro dialogo.
Massimo Trocchi
Gentile Professoressa,
grazie per condividere con noi qualche riflessione circa questi tempi delicati e drammatici. Che giudizio sintetico si sente di dare, dopo la lettura del sondaggio svolto tra i miei colleghi universitari? quali sono gli aspetti che maggiormente hanno destato la sua attenzione?
NERI: Gli studenti hanno saputo trovare in maniera sorprendente alcuni aspetti positivi in questa situazione, oltre che quelli negativi.
Mi immaginavo un gap più forte tra quelli che vogliono ritornare in aula e chi preferisce seguire le lezioni da casa, alla fine siamo sempre nella percentuale del 60% per i primi.
Diciamo che i dati sono perfettamente allineati con quelli di altri dipartimenti, ed è un particolare che fa riflettere.
Sarebbe interessante riproporre il questionario nuovamente a settembre per capire se ci sono stati ulteriori cambiamenti nella percezione della didattica a distanza.
PARENTI: E Lei, che esperienza ha vissuto e vive, in questa nuova modalità di erogazione della didattica a distanza?
NERI: Dal mio punto di vista tra gli aspetti positivi possiamo certamente annoverare la presenza costante dell’Ateneo nel darci indicazioni e strumenti per portare avanti le attività in una situazione di emergenza.
Così come, da parte di voi ragazzi , ho visto un grande impegno e la consueta passione nel portare avanti il vostro percorso di studio, adattandovi ai cambiamenti molto velocemente.
Per noi umanisti però la didattica in aula rimane fondamentale, passare alla didattica a distanza è stato (e rimane) molto estraniante. Con il tempo la situazione è migliorata, ma certe componenti come il linguaggio non verbale (la prossemica, l’espressività del volto, la gestualità, ecc.) sono ancora indispensabili anche per capire come i ragazzi recepiscano la lezione e come, noi docenti, possiamo intervenire per venire incontro ai vostri interessi .
Abbiamo comunque cercato di fare il possibile, soprattutto voi studenti nativi digitali, siete corsi più volte in aiuto di noi docenti nell’utilizzo dei dispositivi tecnologici.
PARENTI: Il secondo semestre, si sta svolgendo secondo le medesime modalità di quelle del primo. Non tutti gli Atenei si sono mossi in questo modo. Cosa augurarsi, e attendersi per settembre prossimo per la nostra Università, oltre ad un auspicabile miglioramento delle condizioni sanitarie globali?
NERI: Il nostro Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere qualcosa in termine di frequentazione mista l’ha messo in programma.
Per quanto riguarda la buona riuscita di questo metodo non so precisamente come rispondere, sicuramente per farla bene occorrono competenze specifiche e non credo che ci si possa attrezzare nel breve termine per avere risultati ottimali.
Mi auguro piuttosto che si possa ritornare in aula in maniera tradizionale, appena si avranno le possibilità.
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