PER GRAZIA RICEVUTA. STANDING OVATION

PER GRAZIA RICEVUTA. STANDING OVATION

PER GRAZIA RICEVUTA. STANDING OVATION 1024 794 Giuseppe Maria Gnagnarella
55 minuti di applausi…
di cui venti di standing ovation, per 37 minuti di discorso.
E’ la tormentata conclusione di una settimana che riporta al Quirinale Sergio Mattarella ma che non è piaciuta alla maggioranza degli italiani (secondo il sondaggio svolto da Swg per il Tg de La7).
Una settimana che ci lascia partiti andati in frantumi, leadership ammaccate e un senso di vuoto del quale nessuno, credo, sentisse la necessità.
"Beato quel popolo
che non ha bisogno
di eroi”
ha scritto Bertold Brecht.
Probabilmente giovedì avrebbe potuto scrivere “beato quel popolo che ha una classe dirigente che sa assumersi le sue responsabilità”.
Certo la conferma di Mattarella è una scelta, ma tra quei mille grandi elettori ci sono molti che hanno applaudito con lo stesso entusiasmo la nascita della cosiddetta Seconda Repubblica e magari Tangentopoli e ora si aggrappano a uno dei protagonisti della Prima che ha dato tra l’altro  il suo nome a una legge elettorale di ispirazione maggioritaria che si vuole abbandonare per tornare al proporzionale, all’epoca ritenuto la madre di tutti i guai del Paese.
Ce n’è tanto per restare perplessi, comunque almeno per considerare politica e partiti un passo indietro rispetto alla società civile e incapaci di guidarla: non è un fatto solo nostro, vedi gli Stati Uniti per esempio, ma non fa mezzo gaudio.
55 minuti di applausi, di cui venti di standing ovation, per 37 minuti di discorso: alzi la mano chi, anche solo per un attimo, non ha pensato che fossero per grazia ricevuta.

P.S. C’era un vecchio direttore Rai, cronista di lungo corso a Montecitorio, che ai giovani raccomandava di non chiedere mai ai politici “cosa farete per….” se non li si voleva magnifici protagonisti di un futuro tutto da scrivere, ma di chiedere loro “cosa avete fatto per…” se li si voleva incalzare e costringerli alla verità.
Mutatis mutandis il discorso di Mattarella mi ha fatto tornare alla mente quel direttore: grandi e nobili impegni programmatici rivolti al futuro…

Per approfondire, i librai consigliano:

PRESIDENTI D’ITALIA – ATLANTE DI UN VIZIO NAZIONALE
di Michele Ainis

Giuseppe Maria Gnagnarella

Giornalista e scrittore, lancianese di nascita, romano di adozione, vive tra Nizza, Dublino e Perth. Lunga carriera in RAI, è stato Consigliere di Amministrazione della LUISS Guido Carli e docente nella Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Universita’ La Sapienza di Roma...

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