Dal punto di vista della correttezza costituzionale…
ha perfettamente ragione il Presidente Mattarella (e come non potrebbe essere così!) quando ricorda che:
“Accetto per senso di responsabilità che prevale sulle prospettive personali. I giorni difficili trascorsi per l’elezione della presenza della Repubblica nel corso della grande emergenza che stiamo tuttora attraversando sul versante sanitario, su quello economico, su quello sociale richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento. Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati e naturalmente devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti, con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini”.
Sul piano dell’opportunità e della prassi politica aveva altrettanto perfettamente ragione il Presidente Mattarella quando ricordava che già il Presidente Antonio Segni aveva sollecitato le forze politiche a inserire nella Costituzione la non rieleggibilità del Capo dello Stato.
“Il periodo di sette anni è sufficiente a garantire una continuità nell’azione dello Stato. Inoltre la proposta modificazione vale anche ad eliminare qualunque, sia pure ingiusto, sospetto che qualche atto del Capo dello Stato sia compiuto al fine della sua rielezione”.
Tra questi due confini irti di spine e di complessità inizia il secondo mandato del Presidente Mattarella.
Al di là dei meriti personali e politici del Presidente Mattarella, non c’è dubbio che la sua rielezione sottolinei in maniera vistosa la crisi dei partiti, tutti, e di una classe politica, tutta, che non ha saputo mostrarsi all’altezza della situazione, confermando che i dieci anni passati dalla rielezione di Giorgio Napolitano non hanno certamente portato consiglio nè spinto partiti e relative dirigenze a fare autocritica e a impegnarsi nel rinnovamento.
Napolitano nel suo discorso di accettazione disse, in sintesi, che la sua rielezione era la conseguenza di una crisi profonda della politica, che era il frutto di errori, omissioni e irresponsabilità.
Et voilà…eccoci dieci anni dopo….
di quelle parole
non è bastato..
Sentiremo tra qualche giorno quelle di Mattarella, ma probabilmente è davvero il caso di mettere mano, non con la nomina di una delle tante Commissioni, a una riforma organica del nostro sistema che comprenda l’elezione diretta del Capo dello Stato da parte dei cittadini, una riforma del sistema elettorale (la mia preferenza va al modello francese) e forme più marcate di federalismo.
Se alla crisi dei partiti e della politica si aggiungesse il veleno del sospetto sui comportamenti del Capo dello Stato a fine mandato, di quello passato, dell’attuale o del suo successore, permetteremmo al cancro della sfiducia e del nichilismo di mettere la parola fine al nostro sistema sociale e politico, alle speranze dei più giovani e a quelle dei loro genitori per un futuro migliore.
Tra qualche giorno Il Presidente Mattarella tornerà a parlare, in occasione del proprio giuramento, di fronte al Parlamento riunito in seduta comune.
Attendiamo, e certamente torneremo a ragionarne su…
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