Perché ci accade quel che ci accade?
Il nostro destino è in nostro potere?
Si può resistere alla forza degli eventi?
Esiste un creatore?
E se esiste, è un osservatore disinteressato dei destini del proprio creato?
O è piuttosto “un essere onnipotente che riunisce in un’unica entità divina non tre persone, come nel cristianesimo, ma due: uno stronzo depravato e un genio del male”?
In Nemesi, Einaudi 2010, se lo chiede Philip Roth.
Nemesi racconta la vita di Eugene “Bucky” Cantor, un ventitreenne che nel 1944 si trova ad affrontare, in qualità di giovane e aitante insegnante di ginnastica, la spietata epidemia di polio che ha colpito Newark ed il New Jersey in generale.
Bucky, per affrontare il pericolo, ha dalla sua una fiducia incrollabile nel senso dell’onore, nell’importanza della prestanza fisica e nella spinta indefessa verso il fare sempre la cosa giusta. Basteranno queste sue armi ad opporsi a quella che Roth definisce una catastrofe?
Tornando alle domande iniziali, Roth ci darà le sue risposte? Molti critici, certamente ben più competenti di me, sostengono che Roth, in questo romanzo, si sia riavvicinato a Dio, alla religione, alla voglia di credere in un creatore al quale non possiamo né dobbiamo imputare le colpe degli uomini ( vi ricordo che siamo nel 1944, la guerra degli uomini fra gli uomini è nel pieno della sua forza distruttrice).
Io francamente credo invece che Roth, come sempre nei suoi scritti, sostenga il suo ferreo e incrollabile ateismo. Non esiste il Dio carogna a cui Bucky attribuisce la colpa della catastrofica epidemia di polio che colpisce i bambini della sua scuola e lui stesso, come non esiste il buon Dio che ci osserva con amore ma senza intervenire nelle umane faccende, che tanto conforto da a Marcia ( e chi è Marcia??? Scopritelo…)
Che altro dirvi? Leggetelo, datemi retta, leggetelo! E’ un romanzo breve ma denso, può essere un pugno nello stomaco, ma va letto, specialmente ora in tempi di Covid-19.
Può aiutare a chiarirci le nostre emozioni in questo periodo di pandemia. Paura, panico, rabbia, confusione e dolore le troverete presenti sulla carta come lo sono, ormai da mesi, nelle nostre vite.
che risposta do
alle domande
che il libro pone?
Risponderò così:
molti anni fa, esattamente nel 2001 morì Sebastiano Timpanaro, forse il nostro più grande filologo classico e non solo. Una sua allieva e cara amica, la professoressa Daniela Pacella, che mi onora della sua amicizia, in quei giorni di grande dolore mi disse pressappoco così “Caro Angelo, questa sofferenze ce la dobbiamo vivere tutta, non c’è consolazione, con la morte tutto finisce”.
Io aggiungo che è nella vita che si gioca tutto, è nella vita che dobbiamo trovare la nostra felicità e patire le nostre sofferenze, non esiste un perché ultraterreno ne un disegno più ampio.
Come leggere questo libro?
Certamente come più vi aggrada, ma se volete fare come ho fatto io, ascoltate il bellissimo Lp “Bella ciao”, del Nuovo Canzoniere Italiano. Ci sono canzoni, fra le altre, che vi confermeranno quanto sia stupido giocare alla guerra e quanto siano stupidi gli uomini che ci giocano.
E cosa potremmo bere durante la lettura?
I miei carissimi amici Massimo e Margherita mi hanno regalato una bottiglia di Gin Etna, un Gin siciliano con un fortissimo sentore di arance rosse e con bacche di ginepro provenienti appunto dalle pendici dell’Etna.
Delizioso. Avevo promesso di berlo insieme a loro ma ho spudoratamente mentito e il gin è, ahimè, già finito.
( 6 cl di gin, 0,5 cl di vermut dry, bicchiere ghiacciato e buccia di limone).
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ne proponiamo la versione Einaudi 2016:
LE NEMESI
di Philip Roth
Signor Angelo, mi dispiace disturbarla, ma sono alla ricerca di un contatto con la Professoressa Pacella da anni (sono una ex allieva). Ho vissuto a Londra questi ultimi 10 anni e nonostante abbia chiesto spesso di lei e come rintracciarla, dai suoi colleghi non ho ricevuto aiuto per via della (giustissima) privacy. Se lei è ancora in contatto con la mia carissima Prof, la prego di farmelo sapere, per gentilezza, perché ora che sono rientrata su suolo natìo avrei grande piacere di rivederla anche solo per un caffè. Le lascio la mia email: giuliacarmignani@ymail.com
Grazie mille di cuore!