Questo è un invito alla lettura.
Compito semplice se si pensa chi è Abraham “Bibi” Yehoshua.
Ottantasei anni e non dimostrarli. Anzi.
E’ un architetto-poeta dello scrivere moderno, meravigliosamente indisciplinato, visionario e quindi coraggioso.
Come, con semplicità, lo è “La figlia unica”, suo ultimo libro, delicato viaggio nella vita di una giovane ragazza ebrea, italiana, curiosa, sofferente ma tenace.
Un viaggio, quello di Rachele, che Yehoshua per la prima volta ambienta nel nostro paese.
Un viaggio alla scoperta della vita, del proprio io vissuto e combattuto all’interno di una famiglia che spesso offre risposte ma a volta la lascia da sola a chiedersi tanti perchè che non sempre ottengono risposta.
Rachele cresce nel racconto che la vede protagonista, passo dopo passo, ingabbiata in una realtà spesso più grande di lei, angosciata ma serena allo stesso tempo, alle prese con la difficile ricerca di un’identità.
Identità che poi è appartenenza culturale, religiosa, fatta di sangue e di dolore.
Identità che cresce come il soffice involucro che la contiene, fatto di tanti volti, tanti punti di vista, tante domande e mille carezze, che vanno oltre la paura di perdere, poco a poco, certezze ed affetti.
Rachele, figlia unica, nipote unica, amica unica di chi ne rimane affascinato.
che Bibi è sempre
qui con noi...
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LA FIGLIA UNICA
di Abraham Yehoshua
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