Rodari chi? eppure lo ricordo come fosse ora…

Rodari chi? eppure lo ricordo come fosse ora…

Rodari chi? eppure lo ricordo come fosse ora… 1024 489 Fabrizio Altieri
Sarà un’esperienza capitata a molti di voi…

Sei a letto malato, bambino dei primi anni ’70, il massimo della connettività è un Philco in bianco e nero piccolo (non si parlava di pollici, c’era il televisore piccolo e il televisore grande).

Ti sei stufato di tutto, le minestrine al nulla, l’orripilante mela cotta, quando arriva tua zia.

Quella che non ha figli e che ti vuole bene come una madre e ti aspetti che risolva la brutta situazione in cui il malefico virus ti ha ficcato.

Avrà un trenino (Rivarossi eh, la marca concorrente Lima, per motivi misteriosi, era deprecata in casa mia) una pista Polystil, un carrarmato che spara davvero… No.

Un libro. Ma che cavolo, un altro libro! Ho già:

• Cuore
• Pinocchio
• 2 Pippi Calzelunghe
• La bibbia del bambino
• Tutto il ciclo dell'acqua
spiegato con i pop up

Pop Up? a quel tempo li chiamavamo “ganzi questi libri che quando li apri ci sono delle cose di carta che escono fuori’. Niente anglicismi.

Cosa ci può essere più di questo nel mondo della carta stampata soporifera?

Gianni Rodari.

Chi? Uno scrittore vivo? Ma non erano tutti morti quelli bravi? I trenini li avevano finiti tutti?

La copertina certo era diversa da tutte le altre, un cerchio grande con dentro nove cerchi piccoli, sembrava il disco di un telefono ma invece dei numeri c’erano dei simboli strani. Certo la copertina metteva curiosità. Il Philco trasmetteva un programma triste sui registi sovietici (bravissimi per carità, ma non esattamente di interesse prioritario per un decenne) e gli altri libri della mia biblioteca personale giacevano sparsi a terra accanto al letto come soldati sconfitti e stremati.

E apriamo questo Rodari.

Un babbo telefonava tutte le sere alla figlia lontana per raccontarle una storia, solo che le storie non erano le solite favole. Erano storie lunari, divertenti, qualcosa che il bambino dei primi anni ’70 non aveva mai sentito e nemmeno pensava che esistesse. Chi ci pensava a una strada di cioccolato? E come avevo fatto a non pensarci prima, accidenti? Lo lessi in pochissimo tempo. Non mi era mai successo.

“Zia me ne porti altri di libri di questo Rodari? E se hanno la copertina disegnata da quel Munari è meglio.”

P.S.

Un po’ di anni dopo, un bel po’ in verità, ho pubblicato tre libri con Einaudi Ragazzi, la stessa casa editrice che ha pubblicato Favole al telefono’. Magari qualche ragazzino a letto ammalato ha rinunciato a una partita a FIFA 2020 per leggerne uno.

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Fabrizio Altieri

E’ nato a Pisa. Dopo il diploma di liceo classico si è laureato in ingegneria meccanica e attualmente insegna in un Istituto Superiore...

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